Antropologia filosofica: il valore simbolico della ritualità
L’antropologia filosofica studia il legame profondo dell’uomo con se stesso e con l’ambiente che lo circonda.
Ogni uomo non è semplicemente una parte dell’esistente ma è sostanza ed essenza viva, attiva, dinamica e prosociale dell’esistenza stessa.
Vediamo insieme quanto questo legame tra la terra e il cielo, la materia e lo spirito, la soggettività e l’oggettività è a fondamento dell’eterna domanda: chi sono?

Antropologia filosofica: l’essere sospesi tra fisica e metafisica
L’antropologia filosofica studia l’uomo che si interroga sulla propria stessa natura fisica e metafisica in quanto essere vivente e appartenente ad una collettività.
L’uomo da sempre si pone delle domande su di sé.
L’antropologia studia l’uomo e nello specifico l’antropologia culturale studia i rapporti sociali degli uomini e le produzioni fisiche e metafisiche: manufatti, idee, progetti e realizzazioni.
L’antropologia filosofica studia l’uomo nell’atto dell’interrogarsi e grazie alla parola di creare un universo simbolico fatto di gestualità, parole, miti, riti.
L’uomo si interroga sull’esistenza in cui viene gettato casualmente: venire al mondo non è mai una propria scelta ed alzando le braccia al cielo interroga simbolicamente l’intero cosmo a cui sente di appartenere.
L’uomo e il cosmo
I miei piedi affondano nella terra mentre alzo le braccia al cielo
Oggi come ieri l’uomo si trova solo e impotente davanti alla Madre Terra, la grande dea che periodicamente e fatalmente fa sentire la propria voce onnipotente, risvegliando nell’animo umano paure ancestrali.
La grande Madre Terra che ci nutre e sostiene, la terra sognata dagli esploratori che nel corso dei secoli e degli infiniti viaggi ne delimitarono i confini.
La Terra come luogo di conquista, vivificata dal sangue dei guerrieri per essere patria e suddivisa in Stati e Nazioni.
Il pianeta Terra che a guardarlo da lassù non è altro che un puntino nell’universo infinito.
Infine l’uomo che guardando il cielo si interroga su di sé, sulla propria vita e sul futuro che lo attende sgranando il filo rosso del destino intrecciato al libero arbitrio.
Nel gesto rituale mi riconosco e ti riconosco
Al ritmo dei tamburi il cuore batte all’impazzata e all’improvviso il silenzio
Insieme intorno all’altare, all’interno del cerchio magico, durante una manifestazione di piazza, uniti come un unico corpo pulsante di vita, nel rito e grazie alla gestualità rituale, l’uomo si riconosce nella collettività a cui appartiene e si rivolge alla trascendenza.
Ringrazia, chiede aiuto o semplicemente sta lì, immobile in preghiera silenziosa, sussurrata nel segreto del proprio cuore.
La ritualità crea sicurezza personale e sociale
L’esistenza di tutti noi è caratterizzata da riti specifici che si ripetono sempre uguali a se stessi per dare forza interiore e creare coesione sociale.
Ogni rito è un segno con una propria funzione e un proprio significato specifico.
Pensiamo ai riti iniziatici, alle cerimonie di passaggio, alle celebrazioni pubbliche e commemorative, ai matrimoni, ai battesimi, alle cerimonie funebri.
L’antropologia filosofica come unica via possibile per comprendersi
Osserva la potenza evocatrice ed evocativa dei gesti rituali e dei segni … nulla è casuale
Ogni rito, ogni gesto rituale, pubblico o privato, ci fa sentire di non essere soli al mondo.
Tutte le volte che alziamo le mani al cielo o chiudendo i nostri occhi entriamo in noi stessi, la domanda che formuliamo è sempre la stessa: chi sono?
Sono un essere fatto di sangue ed ossa, di pensiero, emozioni, intelligenza e creatività.
Sono polvere infiammata da una scintilla divina che pur mantenendo i piedi nella terra anela al cielo, alla trascendenza.
L’anima e lo spirito che mi pulsano dentro mi fanno stringere questo pugno di terra tra le mani e con gli occhi guardare a Te, sempre e solo a Te
Se sei interessato ad approfondire tematiche di filosofia, antropologia filosofica e ricerca di sé ho scritto questo libro Riti: Simboli, segni e significati alla ricerca dello spirito
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