Antropologia Kantiana: la filosofia rivoluzionaria di Immanuel Kant
L’antropologia kantiana è un concetto filosofico ricco di spunti di riflessione e comprensione per ogni spirito alla ricerca di significato e senso esistenziale.
Immergiamoci insieme nel magico mondo della filosofia dove percorrendo i sentieri della logica kantiana ci innamoreremo del sapere, unico strumento possibile ed efficace, per essere felici.

Antropologia kantiana: la logica
L’antropologia kantiana è uno tra i temi più affascinanti trattati da Immanuel Kant nell’opera: Logica e successivamente approfondito nell’opera: Critica della ragion pura e nello specifico nelle argomentazioni sull’analitica trascendentale.
Il compito della logica è quello di rendere distinti i concetti chiari. Kant – Logica
Immanuel Kant si interroga e ci interroga riguardo i campi della filosofia nel loro significato intrinseco ponendo le seguenti domande:
- Cosa posso sapere?
- Che cosa devo fare?
- Cosa mi è dato sperare?
- Chi è l’uomo?
Procedendo con ordine rispondiamo insieme a questi interrogativi universali che ci riguardano tutti in quanto esseri dotati di capacità di pensiero.
Cosa posso sapere?
Le fonti del sapere si possono identificare grazie all’esercizio delle nostre capacità cognitive e al riconoscimento del limite metafisico o noumeno.
Le principali capacità cognitive possono essere così sintetizzate:
- Sensazione: tutto ciò che perviene alla nostra conoscenza tramite i cinque sensi.
- Percezione: tutto ciò che riusciamo a ‘sentire’ del mondo esteriore e del nostro mondo interiore.
- Ideazione: capacità di creare idee pensando soluzioni innovative.
- Attenzione: capacità di concentrazione e di cogliere i particolari di tutto ciò che ci circonda.
- Memoria: ne esistono tre tipologia. A breve termine, utilissima nella gestione della nostra quotidianità. Memoria a medio termine, fondamentale nell’organizzazione della nostra vita. A lungo termine, contenente i ricordi e le esperienze significative che abbiamo compiuto sia individualmente che collettivamente.
- Linguaggio: capacità di comunicare efficacemente con i nostri simili.
Il processo cognitivo, grazie all’acquisizione di nuove conoscenze, si esplicita attraversa le seguenti funzioni:
- Decisionali: capacità di prendere decisioni consone alla propria volontà d’azione.
- Previsionali: capacità di saper prevedere le conseguenze delle proprie azioni.
- Organizzative: capacità di definire e realizzare i vari step di ciò che si vuole fare.
- Esecutive: capacità di mettere in atto adeguatamente ciò che si è ideato e organizzato.
Giunto al limite mi fermo ed osservo in silenzio
Il noumeno è limite della conoscenza umana.
L’oggetto della conoscenza intellettuale pura, che è poi la cosa in sé. Dizionario di filosofia – Nicola Abbagnano
Quando la ragione umana a causa dei suoi limiti cognitivi raggiunge il noumeno non è più possibile procedere oltre. Qui si aprono le porte della metafisica che per Immanuel Kant non è una scienza indagabile dalla nostra cognitività umana.
Che cosa devo fare?
Nella domanda posta da Immanuel Kant già viene precisata l’intenzione dell’azione che vado a compiere: il dovere. Di conseguenza l’estensione dell’uso possibile ed utile del sapere porta ogni individuo ad agire comportamenti etici.
L’etica è la scienza della condotta ed è l’espressione più autentica di una norma della ragione: l’imperativo categorico. Tale imperativo comanda un’azione che è buona in sé e per sé secondo il paradigma: tu devi quindi vuoi.
Ogni azione che sottostà alla legge della morale ci impegna ad agire secondo i nostri doveri per garantirci la libertà. Da ciò si capisce quanto sia importante e fragile l’equilibrio tra ciò che si deve fare e ciò che si vuol fare.
Immanuel Kant sottolinea l’importanza di un sistema educativo istituzionale, sociale e culturale che trasmetta le norme etiche che caratterizzano il legame tra dovere, volontà e libertà.
Cosa mi è dato sperare?
Per rispondere efficacemente a questa domanda Immanuel Kant fa una distinzione concettuale fondamentale tra i principi di trascendentale e trascendente.
Con il termine trascendentale vengono indicati tutti i concetti a priori, universalmente validi, fondanti la logica.
Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa, non degli oggetti ma del nostro modo di conoscere gli oggetti, in quanto possibili a priori. Immanuel Kant – Logica
Con il termine trascendente viene indicato tutto ciò che è al di là di un certo limite cognitivo, ciò che va oltre l’esperienza possibile.
Per rispondere quindi alla domanda: che cosa mi è dato sperare? Immanuel Kant ribadisce il suo concetto antropologico culturale legato alla cognitività umana e ai suoi limiti intrinseci.
Chi è l’uomo?
Per capire l’antropologia kantiana partiamo da queste due definizioni sostanziali:
- Manifestazione fisiologica intesa come analisi della struttura fisica e biologica dell’uomo.
- Definizione pragmatica intesa come ciò che l’uomo deve e vuole fare per manifestare autenticamente la propria umanità.
Per rispondere a questa domanda è indispensabile considerare la natura umana come un oggetto di studio razionale in chiave antropologica e antropologica culturale.
Ogni uomo può dirsi tale solo ed esclusivamente esercitando in modo autonomo la propria ragione che si manifesta attraverso la cognitività, l’etica, il senso del dovere.
Antropologia kantiana: la logica e il senso della vita
Immanuel Kant nel suo concetto antropologico esalta la ragione e la capacità di ogni singolo individuo di pensare autonomamente, comprendendo, grazie all’esercizio costante della ragione e delle sue funzioni, il mondo che lo circonda dentro e fuori di sé.
L’umanità potrà continuare a fiorire solo ed esclusivamente se ogni essere umano progredisce in conoscenza, etica e spiritualità.
Ci sono momenti nell’esistenza in cui è necessario diventare responsabili di se stessi per dare senso e significato alla propria vita e alla vita delle persone che, in mille modi diversi, si relazionano con noi.
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