Avidità: le radici dell’antisocialità e della pericolosità sociale
L’avidità è una fonte inesauribile di sofferenza personale e sociale che riduce gli esseri umani più fragili, più deboli, a merce, a cose tra le cose, negandone la dignità e talvolta la stessa umanità.
La bramosia annichilisce lo spirito, annienta le pulsioni umane più elementari, creando intorno a sé un mondo povero, deprivato di passione, sentimento, amore.
Chiunque si interessi di prosocialità e di studi criminologici non può ignorare le dinamiche dell’avidità e del possesso nell’analisi della società in cui viviamo.
Vediamo insieme di comprendere meglio l’avidità senza lasciarci contaminare dal suo fascino maligno.

Avidità: definizione, significato e senso
L’avidità si manifesta come un desiderio intenso, smodato e incontrollato che non si placa neppure quando viene pienamente soddisfatto.
La voracità consuma l’anima rendendo derelitto chi la pratica abitualmente
Sono certa che nell’immagine hai riconosciuto Gollum uno dei personaggi più intensi del film di Peter Jackson, tratto dal libro di J.R.R. Tolkien: Il signore degli anelli.
Gollum impazzisce, ottenebrato dall’avidità per ritornare in possesso dell’anello che dona l’invisibilità e solo nella morte, Gollum, abbracciato al suo tesoro, ritroverà la pace.
Ogni attività umana si fonda sulla soddisfazione dei bisogni primari e secondari creando nel nostro animo molteplici desideri che a seconda degli stimoli che riceviamo si manifestano sempre più numerosi e complessi.
I desideri variano da persona a persona, arricchiscono la nostra vita spingendoci a migliorare noi stessi e l’ambiente in cui viviamo.
Diversamente dal comune desiderio, l’avidità è una bramosia ossessiva di possesso che rende chi ne è perturbato simile ad un demone mai sazio di ricchezza e di piacere nel vedere le altre persone cadere in miseria.
Avidità e possesso: il mio tesssooorooo
Nel momento in cui il desiderio declina in smania di possesso, l’atto di desiderare diventa un’ossessione che trasforma l’esistenza in un inferno frustrante e desolante. Infatti, quando nell’uomo i desideri creano all’infinito nuovi desideri, la fame di possesso cresce smodatamente, così come il sentirsi inappagati.
La frustrazione dilaga e la mente inizia ad architettare nuove strategie per accumulare più oggetti, più persone ridotte a cose tra le cose, più esperienze e sensazioni forti, sempre più forti, al limite di ogni sopportazione.
L’avidità alimenta il possesso, il bisogno di controllo, il dominio, soggiogando tutto a sé
L’avidità è il terreno fertile su cui nasce e fiorisce la corruzione in tutte le sue manifestazioni:
- Etiche
- Politiche
- Amministrative
Sempre più spesso provo la sensazione che l’onestà sia una virtù di altri tempi, ad oggi assolutamente inutile, quasi obsoleta nell’amministrare il bene comune.
La sensazione che ci viene trasmessa quotidianamente e in cui educhiamo i nostri figli, è che ‘fesso’ e onesto siano diventati sinonimi, creando in tal modo un clima di sfiducia e rassegnazione verso il futuro.
Crescere in un clima avido e possessivo alimenta la violenza, fisica e psicologica, agita sistematicamente sui soggetti più deboli, fragili e indifesi, scatenando azioni antisociali e delinquenziali quali:
- Bullismo
- Violenza domestica e familiare
- Violenze e abusi sui minori
- Maltrattamenti e abusi sugli anziani
- Maltrattamenti sugli animali
- Atti vandalici
- Azioni intimidatorie accompagnate da una crescente brutalità
- Reati predatori
Fai brillare il tuo spirito rifiuta le lusinghe dell’avidità
Lo spirito che affonda le proprie radici nella cupidigia è ermeticamente chiuso e insensibile all’empatia, alla gioia e alla realizzazione di sé e delle altre persone.
Prima di salutarti voglio lasciarti questo bellissimo pensiero di Osho tratto dalla rivista Osho Times del mese di dicembre/gennaio 2018.
“E nel momento in cui comincia a condividere il suo essere senza una ragione, la vita diventa un profumo dolce, è tutto miele. E tutto rimane lo stesso ma niente è più lo stesso.
Quando il tuo cuore batte nell’armonia, nell’amore, nella gioia, quando non sei più avido, quando non ci sono desideri né ambizioni e quando non esiste più ego, sei semplicemente normale ma dolce. Quel gusto è il sapore di Dio”
Grazie per avermi seguito sin qui. Ti abbraccio augurandoti una vita luminosa e felice.
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E’ semplicemente giusto.
Ho riscontrato, nella mia esperienza, molte delle tue citazioni.
Non per carpire il tuo sapere ma, tranne il “bellissimo pensiero” finale
non hai aggiunto nessuna bibliografia.
Felicità.
Ogni volta che faccio una citazione ne indico l’autore e la fonte … il resto sono mie riflessioni. Ricambio il tuo augurio di felicità Donata
Bellissimo, grazie.
Grazie a te per il messaggio di complimenti e spero tanto di esseri ancora utile
Mi sento orgogliosa di essere donna solo per questa sua immensa condivisione.
Mirabilia.
Grazie di cuore
Grazie Marilena le tue parole mi hanno toccato il cuore profondamente