Cause dello stalking: analizziamole insieme per comprenderle
Le cause dello stalking vanno ricercate nell’incapacità di accettare la fine di una relazione in quanto l’altra persona viene percepita come una proprietà da tenere sotto controllo.
Ti senti costantemente umiliata, ferita, minacciata?
Senti dentro di te il bisogno quasi ossessivo di controllare e possedere quello che pensi essere l’amore della tua vita?
Per aiutarti a fare chiarezza e riflettere sulla tua relazione sentimentale e sul tuo modo di relazionarti ti invito a continuare la lettura.

Cause dello stalking: l’amore frainteso
Le cause dello stalking vanno ricercate nell’incapacità dello stalker di accettare la fine di una relazione fondata sul possesso e sul controllo dell’altro.
Quando in una relazione l’amore viene inteso come possesso, il soggetto di tale amore viene percepito come un oggetto inanimato e come tale viene trattato.
Diversamente una relazione sentimentale adeguata si fonda sulla parità, sull’uguaglianza e la libera scelta di amarsi. Una relazione matura è pura soggettività, espressa nella libertà di vivere un amore consapevole.
Ogni relazione si fonda su 2 bisogni distinti e contrapposti:
- Bisogno di autonomia che ti spinge a vivere in assoluta libertà senza dipendere dall’altro.
- Bisogno di vicinanza che ti spinge a cercare l’altro, in quanto tuo simile, seguendo la spinta pulsionale dell’empatia e della condivisione.
Generalmente, in una relazione, trascorso un primo periodo di adattamento l’uno all’altro, questi 2 bisogni si equilibrano permettendo alla coppia di vivere in armonia.
Quando l’amore finisce
Nel momento in cui una relazione entra in crisi, degradandosi, giungendo al termine, esistono diverse modalità emotive e comportamentali di elaborazione dell’abbandono per giungere all’accettazione della fine di un rapporto.
- Accettazione del rifiuto insito nella fine della relazione riuscendo così ad elaborare la frustrazione, il senso di fallimento e la delusione.
- Comprensione delle motivazioni che hanno spinto a chiudere questo rapporto ormai oggettivamente compromesso.
- Elaborazione dell’abbandono e del lutto emotivo. In questo periodo è necessario concedersi del tempo per andare oltre le ferite provocate dalla fine di una relazione. In genere i tempi di elaborazione sono di circa di sei/otto mesi.
Quando una storia d’amore finisce è fondamentale capire che non c’è accettazione senza comprensione delle motivazioni profonde che hanno portato alla conclusione della relazione.
Cause dello stalking: possesso e controllo
Le cause dello stalking vanno ricercate in uno smodato bisogno di possesso e controllo dell’altro.
Quando una relazione costruita sulla possessività finisce tendono a prevalere pulsioni quali:
- Gelosia
- Rabbia
- Aggressività
Tali pulsioni prendono vita in comportamenti ossessivi riguardanti la sfera:
- Cognitiva
- Emotiva
- Sociale
Chi è stato lasciato si sente ferito e abbandonato può così iniziare a mettere in atto comportamenti anomali e pericolosi nel relazionarsi con l’ex-partner.
Dalla teoria alla realtà
Vediamo ora qualche esempio di dinamiche comportamentali che ti devono far riflettere e mettere in allarme!
- Seduzione. Chi è stato abbandonato tenta in tutti i modi di riconquistare l’oggetto d’amore: fiumi di telefonate, messaggi, mail, regali, sorprese, sino a divenire una presenza onnipresente nella vita dell’ex-partner.
- Controllo costante delle attività sociali dell’ex-partner. Ovunque vai trovi la persona che hai appena lasciato, sino a divenire una realtà onnipresente e disturbante nella tua vita quotidiana.
- Comportamenti ispirati alla gelosia e al possesso. Durante le vostre conversazioni sono ricorrenti espressioni ossessive come per esempio: “Tu sei mia!” … “O mia o di nessun altro!”.
- Suscitare un profondo senso di colpa. Se gli amanti sognano sentirsi ripetere: “La mia vita ha senso solo se vissuta con te!” nel momento della separazione le affermazioni ripetute all’infinito di espressioni come: “Non posso più vivere senza di te!” risuonano nefaste, quasi una promessa tramutata in memento che spesso provoca un profondo senso di disagio e pericolo.
- Minacce siano esse verbali e/o fisiche. Le minacce evolvono, si perpetuano in un’escalation costante. Si parte con la maldicenza, la calunnia, sino ad arrivare alle scenate di gelosia in pubblico e ai danneggiamenti di cose, animali domestici e persone: familiari e amici.
- Rivalsa agita con violenza. In estremo, chi viene percepito come colpevole dell’abbandono deve essere punito, cancellato emotivamente e fisicamente dalla vita dell’abbandonato. Nell’immaginario di chi è stato rifiutato prevale una visione vendicativa della realtà: “Devi essere punito per il male che mi hai fatto!”.
Ti rendi conto che con queste premesse la tua vita è in pericolo e che l’ex-partner si è trasformato in un persecutore completamente fuori dal tuo controllo?
Lo stalking nasce da una relazione malata
Per lo stalker l’eccitazione nasce dal possesso e dal controllo della vittima. All’inizio della relazione l’amore seduttivo viene usato per strumentalizzare l’altro, carpirne la fiducia e renderlo giorno dopo giorno sempre più dipendente e isolato.
I comportamenti ossessivi che mettono in luce un bisogno patologico di affetto e vicinanza, fondati sull’insistenza, l’oppressione, una residua libertà individuale di movimento, dimostrano già all’inizio della vita di una coppia un pericoloso campanello di allarme per il futuro della coppia stessa.
Una relazione simbiotica, rivela una co-dipendenza emotiva che nella maggioranza dei casi diviene anche economica così da rendere sempre più claustrofobica la relazione tra vittima e carnefice.
Espressioni come: “Dove posso andare?” … “Che ne sarà dei miei figli?” … “Dipendiamo in tutto e per tutto da lui” … rivelano l’incapacità: cognitiva, emotiva e sociale della vittima di staccarsi dalla simbiosi in atto nella vita di coppia.
Queste dinamiche emotive, affettive e relazionali distorte, alimentano un legame malato, dove i soggetti, chi vittima e chi carnefice, assumono caratteristiche cognitive, emotive, sociali che spesso si confondono, rendendo i ruoli delle parti difficili da rilevare dall’esterno.
Ecco perché spesso gli stessi familiari, vicini alla coppia, sembrano non rendersi conto della situazione di profondo disagio e pericolo.
Analisi delle principali dinamiche relazionali vittima/persecutore
La vittima si presenta:
- Passiva
- Insicura
- Dipendente
- Ansiosa
- Bisognosa di protezione
Il persecutore si presenta:
- Attivo
- Forte e protettivo
- Geloso
- Possessivo
- Violento
La vittima designata dallo stalker diventa un’ossessione che a causa delle costanti vessazioni e minacce si ritrova sola e socialmente isolata.
Al momento dell’abbandono lo stalker, cade vittima dei suoi stessi sentimenti che non è in grado di gestire ed elaborare razionalmente. Si sente rifiutato, ferito, intimamente offeso e pubblicamente umiliato e oltraggiato.
Non sapendo come gestire questa tempesta emozionale composta da sentimenti quali:
- Tristezza per l’abbandono
- Angoscia rivolta al futuro
- Rabbia verso chi l’ha abbandonato
In preda ad uno stato d’animo doloroso e rabbioso, lo stalker pone in essere comportamenti ossessivi e ossessionanti che lo portano ad una reazione sempre più possessiva e violenta che travolgerà in tutta la sua drammaticità la vittima, la sua famiglia sino ad arrivare a conseguenze estreme: il femminicidio.
Comprese le cause non temere di chiedere aiuto
Ricordalo sempre, lo stalking è un fenomeno dilagante ma si deve e si può arginare.
In merito ho scritto questa Guida sulle reazioni efficaci in caso di stalking.
La cosa più importante è compiere il primo passo che ti porterà oltre la paura paralizzante che stai provando. Ancora una volta ti invito a denunciare gli atti di stalking che stai subendo e a vincere ogni timore, vergogna o senso di colpa nel chiedere aiuto.
La vita è tua e nessuno può permettersi di controllarti o perseguitarti in alcun modo!
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