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Criteri di verità: come riuscire a comprendere il vero dal falso

I criteri di verità sono fondamentali per decodificare la realtà in costante trasformazione.

Chissà quante volte ti è capitato di chiedere a qualcuno: “Dimmi la verità?” e chissà quante volte dopo aver ricevuto la risposta ti sei sentito la mente invasa da molti dubbi o peggio ti sei pentito della tua richiesta.

Per quanto possa essere difficile o doloroso, la capacità di distinguere il vero dal falso è indispensabile se vuoi costruire la tua esistenza su solide basi e realizzare ciò che desideri.

Con l’aiuto della filosofia vediamo ora di definire cosa sono i criteri di verità e come puoi applicarli da subito nella tua vita.

criteri di verità
La verità affonda le proprie radici nella ricerca e nella consapevolezza

Criteri di verità: definizione

è vero tutto ciò che non si può dimostrare falso

I criteri di verità ti permettono di distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. La verità è data dalla validità o efficacia dei procedimenti conoscitivi applicati all’indagine.

Per definire la verità puoi basarti sui seguenti criteri:

  • Evidente fondata sull’evidenza dei fatti.
  • Rivelata basata su una rivelazione o una manifestazione.
  • Corrispondente costituita sulla conformità ad una regola: tutto ciò che si può definire vero è basato su un criterio formale di verità.
  • Coerente incentrata sull’analisi logica dei dati empirici.
  • Verità come utilità. Secondo questo criterio viene definito vero tutto ciò che che favorisce il progresso per umanità.

Verità oggettive e verità soggettive

Si definisce verità evidente la corrispondenza nel pensiero o nel linguaggio di tutto ciò che viene riferito all’ente, all’essere.

“Un enunciato è vero se designa uno stato di cose esistente” (Bertrand Russell – An inquiry into meaning and truth).

La verità evidente vede la coincidenza degli avvenimenti (i fatti) e della loro narrazione (le testimonianze).

In merito all’attendibilità di testimoniare ho scritto una guida sull’ascolto protetto del minore, vittima o autore di reato, per riuscire a definire la verità processuale. 

Esistono 2 diversi modi di intendere la verità rivelata:

  1. Verità empirica: stabilita dall’esperienza che nasce dai dati di fatto.
  2. Verità metafisica e/o teologica quando i concetti ritenuti veri travalicano i confini della fisica e quindi non possono essere esperiti. Un esempio: le rivelazioni contenute nelle Sacre Scritture.

La verità empirica è ciò che si rivela nella sua immediatezza all’uomo. A questa categoria appartiene tutto ciò che si manifesta sotto forma di:

Alle verità metafisiche o teologiche appartengono tutte le manifestazione dell’Essere o Principio Primo. Tali verità, per essere ritenute vere, richiedono un atto di fede soggettivo.

Immanuel Kant viene in nostro soccorso

Verità corrispondente o conforme ad una regola, ad un concetto. 

Immanuel Kant, afferma che alla verità in conformità ad una regola o ad un concetto appartiene tutto ciò che appare come causa. In tal senso alla verità per corrispondenza non possono appartenere i giudizi soggettivi.

Le verità per corrispondenza sono il criterio per definire tutto ciò che è vero, o quanto meno, tutto ciò che l’uomo può chiamare verità. Un esempio le leggi della matematica e della fisica.

La cognitività umana è regolata da funzioni intellettive che permettono di comprendere e distinguere il vero dal falso.

Tali criteri di verità non possono comunque garantire alla mente umana una comprensione oggettiva e assoluta della realtà.

La verità coerente si fonda sulla necessità di abolire ogni contraddizione e ogni relatività. Un esempio della verità coerente è rappresentato dai gradi di verità dove si rendono evidenti i limiti della ragione umana.

Questi limiti non possono essere superati dalla mente. Quando parliamo di verità come coerenza dobbiamo necessariamente riferirci al noumeno kantiano: 

“L’oggetto della conoscenza intellettuale pura” (Dizionario di filosofia – Nicola Abbagnano)

Nell’antichità, il noumeno è denominato cosa in sé ed è intelligibile.

La verità intesa come utilità corrisponde al criterio per cui: ogni affermazione è vera e utile solo quando può estendere la conoscenza. In generale si ritiene vero e utile tutto ciò che favorisce il dominio dell’uomo sulla natura, senza danneggiare quest’ultima.

In ambito sociale la verità come utilità è tale quando ogni azione esprime un valore di rafforzamento della solidarietà e prosocialità tra gli uomini, accrescendo il senso di umanità.

Ogni verità ti porta sempre e comunque un passo avanti

Ci sono verità indispensabili da comprendere e verità che non vorresti mai sentirti dire. Di certo la verità è una necessità non sempre consolatoria

La verità concettuale è una ma nella vita quotidiana la verità è simile ad un cristallo attraversato da un raggio di luce, si manifesta in mille sfaccettature colorate.

Chissà quante volte hai sentito nascere nel tuo cuore il bisogno di dire la verità, una verità nuda e chissà quante altre volte hai negato l’evidenza giurando e spergiurando che le cose sono andate diversamente da come appaiono.

La verità è una porta spalancata sul futuro, è naturale che questo possa spaventare ma l’ignoranza e l’incertezza ti avvolgono nella nebbia dell’inconsapevolezza rendendoti cieco.

Se hai trovato utili queste riflessioni sui criteri di verità ti chiedo di condividerle e di lasciarmi un tuo commento.

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2 Commenti

  1. Interessante.. in questo momento più che mai mi è venuta voglia di approfondire il significato di verità.. le notizie che riceviamo sui tristi eventi attuali fanno pensare…

    1. Ciao Silvia grazie per il tuo commento. Mai come in questi anni la verità ci mostra il suo aspetto relativo e a tratti è molto difficile distinguere il vero dal falso

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