La famiglia disfunzionale: dinamiche relazionali e tipologie familiari
La famiglia disfunzionale è, in parte o totalmente, inadeguata allo svolgimento delle funzioni familiari.
Ogni famiglia disfunzionale ha le sue caratteristiche e deve essere presa in carico per recuperare le proprie potenzialità residue.
Se vuoi approfondire cosa sia una famiglia disfunzionale e come poter supportare questo nucleo familiare leggi di seguito e spero che la mia esperienza in merito ti possa essere utile.

Nella famiglia disfunzionale i legami familiari sono minati alla radice
La famiglia è un nucleo sociale rappresentato da due o più individui che vivono nella stessa abitazione e sono legati da rapporti di parentela o di affinità.
Le funzioni della famiglia
- La famiglia è il primo riferimento emotivo-affettivo per ognuno di noi. Nella famiglia affondiamo le nostre radici.
- Ogni famiglia è chiamata ad assolvere i compiti di assistenza, cura e sostegno.
- La famiglia esercita una funzione educativa primaria per la crescita sana ed equilibrata dei suoi membri.
- La famiglia ha una funzione riproduttiva fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo della specie umana.
- Ogni famiglia esercita una funzione economica garantendo il mantenimento ai propri membri.
- In famiglia ci si sente al sicuro o così dovrebbe essere, si viene protetti dai pericoli esterni.
- La famiglia non deve essere un mondo chiuso in se stesso. Aprendosi alla società favorisce la socializzazione e la condivisione di sé.
- La famiglia ha il compito, spesso sottovalutato, di trasmettere ciò in cui crede: valori etici, culturali e religiosi.
La famiglia disfunzionale
Quando la famiglia è disfunzionale le dinamiche cognitive, affettive e sociali, al suo interno e verso l’esterno, sono radicalmente modificate.
La famiglia disfunzionale è una famiglia nella quale predominano i conflitti, i comportamenti deviati, gli abusi.
Tali comportamenti devianti si verificano abitualmente tanto da indurre i suoi membri a crederli normali.
Nella famiglia disfunzionale il nucleo familiare è incapace di svolgere le proprie funzioni garantendo una crescita serena ed equilibrata dei suoi membri.
Tipologie di famiglie disfunzionali
Ognuna di queste famiglie vive nella paura e i membri più deboli sono costantemente sottoposti a violenze fisiche e psicologiche.
In questi modelli familiari l’autorevolezza viene sostituita da un’idea distorta di autorità che viene esercitata attraverso manifestazioni di rabbia, bisogno di controllo e aggressività.
La famiglia sacrificante
Questo modello familiare si presenta decisamente chiuso in se stesso.
Ogni membro assolve al proprio dovere sacrificando se stesso in favore del clan di appartenenza. In queste famiglie non c’è spazio per il piacere ma solo per il dovere e il sacrificio.
Nella famiglia sacrificante predominano questi sentimenti:
- Gelosia
- Possesso
- Bisogno di controllo
Giorno per giorno, il legame d’amore viene sostituito dal sacrificio di sé, costringendo i soggetti deboli a sottomettersi.
La famiglia democratico-permissiva
In questo modello familiare tutto è permesso.
Gli adulti non sono in grado di esercitare il proprio ruolo genitoriale e si mostrano fragili e indecisi. Tale incapacità di educare i figli, attraverso regole condivise, li rende inadeguati alla cura e tutela della prole.
Questi genitori vogliono essere amici dei figli poiché non sono in grado di dimostrarsi autorevoli.
La famiglia iperprotettiva
Questo modello familiare vive in un clima caratterizzato dalla paura verso il mondo esterno.
Queste famiglie vivono sulla difensiva e tendono a limitare la libertà dei propri figli ogni volta che devono svolgere attività che sfuggono al controllo genitoriale.
Alcuni esempi
- Le attività extrascolastiche vengono sempre vissute con sospetto e paura di eventuali negligenze da parte dello staff scolastico che possono mettere in pericolo i propri figli.
- In caso di difficoltà nel rendimento scolastico la ‘colpa’ ricade sempre sui professori che per i familiari sono incapaci di comprendere e gestire i propri figli.
- Quando si verificano le tipiche epidemie influenzali e nella scuola dell’infanzia di malattie infettive, i figli vengono spesso tenuti a casa da scuola o talmente spaventati dal pericolo di essere contagiati da risultare difficili da gestire per il personale scolastico.
I genitori iperprotettivi sono sempre pronti a difendere e scusare i propri figli da eventuali aggressioni e pericoli che spesso non esistono.
In questo clima i figli crescono protetti ed isolati sotto una ‘campana di vetro’ diventando spesso adolescenti socialmente inadeguati o di converso, individui arroganti e prepotenti convinti di essere sempre e comunque dalla parte della ragione.
Famiglia disfunzionale e familismo

Alla tradizionale definizione di famiglia viene spesso associato il concetto di familismo.
Il familismo riconosce nell’istituzione familiare un valore e un ruolo fondante la società umana. La famiglia è vista come custode delle tradizioni e della cultura, patrimonio inestimabile, da conservare immutato e trasmettere di generazione in generazione.
Esiste una forma disfunzionale di familismo indicato come ‘familismo amorale’.
Il ‘familismo amorale’ è riconoscibile dal comportamento di alcuni nuclei familiari che volendo favorire esclusivamente se stessi e i propri legati, creano una rete intorno a sé caratterizzata da:
- Proprie tradizioni
- Propri sistemi culturali di riferimento
- Propri stili di vita e di comportamento da cui traggono benefici per sé e per i propri affiliati a discapito della società civile in cui sono inseriti
Le regole etiche, morali e comportamentali, stabilite all’interno di tali nuclei familiari, valgono esclusivamente nel proprio gruppo familiare ‘allargato’ ma non all’esterno, favorendo talvolta comportamenti illeciti e criminali.
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famiglie di merda. Causa di ogni male
Ciao Ciccio comprendo bene la tua espressione di sfogo. Spesso la famiglia sa infliggere dolori profondi ma sempre e comunque nella famiglia troviamo le nostre radici e si deve partire da lì per costruirsi e troppe volte ricostruirsi come persone autonome
Come posso educare bene mio figlio adolescente in questo periodo “rabbioso” che stiamo passando in una famiglia che ho capito adesso essere disfunzionale a causa del papà? Fatico molto con entrambi e non so più dove dirigermi.
Ciao Fabiola ovviamente il quesito che mi proponi è molto difficile da affrontare così in un messaggio e senza conoscere direttamente i fatti. Posso comunque dirti 2 cose. La prima cerca qualcuno che possa supportarti in questo percorso di comprensione uno psicologo, un assistente sociale e se proprio non sai da dove partire rivolgiti per un consiglio pratico al tuo medico di base o ad un servizio/sportello di ascolto presente sicuramente nel tuo comune di residenza come per esempio in consultorio.
Seconda cosa: sii fiera della tua consapevolezza e non accettare più la situazione così com’è anche se i cambiamenti possono spaventarti.
Sii chiara con i tuoi familiari senza eccedere in reazioni di rabbia ma sii determinata sul cambiamento che vuoi portare nella vostra situazione familiare.
Ti abbraccio e ti auguro ogni bene
E spesso è molto difficile ricostruirsi. Le ferite sembrano che restino sempre aperte. Soprattutto quando l’unico figlio “cosciente” della casa viene ritenuto pazzo e deve pagare, lui per tutti, la VERA PAZZIA dei genitori.
Condivido pienamente le tue parole ecco perché in presenza di una famiglia disfunzionale tutti i membri devono essere presi in carico e se necessario allontanati dalla famiglia stessa per ritornare alla vita
La famiglia.
Il mio Mondo.
Il mio valore assoluto.
La mia roccia.
La mia certezza.
Il mio tutto.
Un anno fa inizio a prendere coscienza di molti comportamenti, forse a causa di un intervento dopo il quale ho avuto una pesante e lunga convalescenza.
Loro così preoccupati, ma io non ho potuto permettermi il lusso di stare male e fare la convalescenza se questo significava non trasferirmi nella casa di campagna.
E così ho iniziato a fare un percorso si me stessa, sentivo di meritarmelo.
Mesi di analisi, di sofferenza.
Due mesi fa scopro di avere una famiglia disfunzionale e il mondo è crollato.
Sono distrutta.
Ho preferito sentirmi sbagliata io per tutta la vita piuttosto di mettere in discussione loro e i loro comportamenti.
Io sono il paziente designato.
Mia sorella maggiore mi ha fatto sentire un lupo per tutta la vita.
Lei quella buona e giusta.
Io quella dal brutto carattere, sempre e comunque.
Li guardo e mi chiedo chi sono.
Mi guardo e mi chiedo chi sono.
Quelli che avrebbero dovuto amarmi, cosa hanno provocato ?(oh eccome se l’hanno fatto, ma esiste il modo giusto e il modo sbagliato )
Autostima zero
Senso di colpa totalizzante
Sono stata il burattino dei miei genitori che hanno deciso tutto per me, fino al risveglio.
E mi danno della pazza perché vado in analisi.
E perché non accetto più ricatti morali.
Vivo nello stesso stabile dei miei genitori e mia sorella.
Non posso andarmene.
È la cosa più dura che abbia dovuto affrontare , anche più del mio tumore maligno.
Io non ne uscirò bene.
Non lo auguro a nessuno.
Ludovica tesoro grande e prezioso tu sei un’anima forte che ha avuto il coraggio di guardarsi in faccia e di guardare in faccia la realtà che ti circonda, riconoscendola ed affrontandola. Non pensare che non ne uscirai bene da questa situazione TU con la tua forza e volontà, grazie al percorso che stai compiendo ne sei già uscita! Ora devi ovviamente raccogliere le forze, rimetterti dalla malattia e poi troverai il modo di allontanarti anche fisicamente dalla tua famiglia ne sono certa. Se già libera in quanto consapevole. In questo periodo devi solo pensare a riprenderti, curarti e volerti bene. Grazie per le tue parole, Grazie per l’esempio di consapevolezza e Grazie perché sino a quando esistono persone che decidono di cambiare ribellandosi al ruolo che gli è stato imposto c’è speranza per tutti. Ti auguro ogni bene e per qualsiasi cosa sono qui
Grazie a te Donata, per il tuo bel blog e le tue parole che in questo momento mi fanno commuovere e intravedere un po’ di speranza, quella che oggi fatico a trovare dentro di me.
Credo di avere esaurito energie e risorse.
L’unica cosa che mi aiuta è un lavoro che amo tantissimo e mi dà grandi soddisfazioni.
I miei genitori non sono malvagi, ma sapere che non hanno potuto fare diversamente perché quello era l’unico modo di amare che avevano, non mi dà conforto.
La mia era una tipica famiglia modello, invidiata, la mamma casalinga perfetta, il papà
( complice e vittima )con una bella posizione lavorativa, belle case, cene, feste, volontariato, viaggi, vestiti, gioielli, e molto senso del dovere e dell’apparire.
Tante liti, molte violebte, urla, noi bambine usate per i
Loro scopi e sempre coinvolte invece di essere protette.
Io sfidavo mio padre, lui minaccioso.
Poi tornava il sereno e io ero quella dal brutto carattere che sfidava il papà , e mi sentivo tanto cattiva.
Io e mia sorella da piccole così come da grandi,dovevamo essere le più belle, le meglio vestite, sempre diverse dagli altri, non abbiamo mai potuto esprimere la nostra personalità.
Lei però ha capito che mentendo loro, poteva salvarsi, io no.
Io, dilaniata dal senso di colpa per ogni mio desiderio o bisogno diversi dal loro disegno, ho finito per credere che ciò che mi veniva “ suggerito” fosse la sola cosa giusta, la verità assoluta. Un grande bisogno di affetto che non ho ricevuto in gesti o parole, autostima inesistente, e la convinzione di essere una brutta persona dal brutto carattere.
Tutto questo però nell’ambiente lavorativo era l’esatto contrario , ero stimata e molto benvoluta.
Il lavoro ( Quello che mi sono creata io dopo ben 12 anni di quello che mi hanno servito loro sul vassoio ) mi ha salvata e forse in parte riscattata, perché ho raggiunto traguardi importanti, da sola, con tanta passione e la voglia di farcela.
Ma L’amaro risveglio mi ha gettato in un incubo, non potrò affrontare la situazione con i miei genitori ormai anziani e cardiopatici, ( non capirebbero oggi è oggi meno di ieri )ma forse posso ricostruire un rapporto con mia sorella che adoro e che ha nei miei confronti rancore, astio, conflitti irrisolti.
Poi, forse, potrò prendere in mano la mia disastrosa vita matrimoniale, che non mi ha dato quel che sognavo, ma questa forse è un’altra storia.
Sono nelle sabbie mobili, ti farò sapere chi ha avuto la meglio e se mi salverò lo metterò nero su bianco e cercherò un editore.
Grazie
Ludovica vedo che hai ben chiara la strada da percorrere e a piccoli passi vedrai che riuscirai a venirne a capo. L’unica cosa che mi sento di dirti con il cuore in mano è che prima di ogni cosa ci sei tu, adesso più che mai ci sei tu e solo tu. Riparti da lì, dalla tua bella anima e dal tuo amato lavoro. Chi ti ama comprenderà e chi non comprenderà è ora di lasciarlo andare incontro al suo destino che non è il tuo. Ti abbraccio e ti ringrazio per la condivisione che sono certa serve a farci sentire tutti meno soli. Un super abbraccio
Non ho letto gli altri commenti, ho 50 anni e arrivo da una famiglia disfunzionale sacrificata e matriarcale … E vi assicuro che staccarsi da questo genere di famiglia è quasi impossibile perché comunque loro fanno in maniera di tenerti chiusa nel loro guscio … Tu sei quella non in grado e la madre invece è l’unica persona saggia che sa vivere ed è solo lei quella in grado di salvare tutti … Ancora oggi per me tutto ciò è molto doloroso
Cara Eleonora comprendo bene le tue parole e so quanto le ferite di crescere in una famiglia disfunzionale siano profonde e sempre pronte a sanguinare. Arriva un momento nell’esistenza in cui è necessario comprendere che alcuni dolori che portiamo dentro di noi staranno con noi per sempre e nel tuo caso specifico la voce di tua madre riecheggerà per sempre dentro il tuo spirito carica di tutto il suo veleno.
Veleno appunto … parole velenose che ti devono far trovare lo stimolo di allontanarti da una situazione che ti uccide giorno dopo giorno con una goccia di veleno.
Chiedi aiuto per compiere il primo passo il fatto stesso che sei consapevole della tua situazione è già essere un passo fuori.
Augurandoti tanto coraggio e ogni bene ti sono vicina e ti ringrazio per le tue preziose parole
Lotto da 20 anni (prima forse lo facevo in altro modo) con mia madre ed una struttura falsa a cui si è aggrappata per sfuggire dalle proprie responsabilità ed i suoi fallimenti.
Pensavo di doverglielo, di doverlo al mio clan che rimane pur sempre la mia origine.
Credo sia molto complicato trovarsi in una famiglia disfunzionale e giudicante in un contesto sociale che è sostenuto dal senso del più che dall’amore, dall’omertà e dall’apparenza.
Analizzo continuamente ogni cosa per evitare di ripetere gli errori che ho subito ma ho una paura terribile di non accorgermi di un comportamento tossico essendo io stata molto colpita nel lungo periodo.
Ciao Linda capisco bene le tue paure ma dall’analisi che compi della tua situazione comprendo altrettanto bene la tua consapevolezza. Nella vita commettiamo sempre qualche sbaglio ma sapere da dove si vieni e aver chiaro ciò che si è subito sicuramente ti aiuterà nel relazionarti senza cadere in legami tossici.
Nel dubbio non avere mai paura a chiedere aiuto a persone competenti e se ti accorgi che una relazione non ti fa stare bene con te stessa per qualsiasi motivo lasciala andare.
Dalle tue parole si comprende bene quanto tu abbia sofferto e non è il caso che continui a farlo. Ti auguro ogni bene dal profondo del cuore
Vivo allegramente in una famiglia disfunzionale. I problemi interni alla famiglia sono all’esterno facilmente camuffati. L’uso della menzogna è sistematico, ma creduto. Mettere in luce le contraddizioni è improbo, anche perché è conveniente credere a racconti di fantasia.
Faccio fatica a credere che in una famiglia disfunzionale si possa vivere allegramente e spesso la menzogna è un velo per coprire ciò che realmente è sotto gli occhi di tutti ma che di fatto spesso tutti fanno finta di non vedere