metodologia nel lavoro prosociale

Interventi socioeducativi nel lavoro prosociale

Il lavoro prosociale è una missione che di fatto ti cambia la vita!

Mi piace pensare alla prosocialità come un luogo dove le persone affrontano l’esistenza e le sue problematiche con profondo rispetto ed empatia, trasmettendo competenze specifiche poiché le persone in difficoltà possano ritrovare la propria autonomia o comunque imparare a far leva sulle proprie potenzialità residue.

Nel lavoro prosociale si cambia insieme e si migliora il mondo in cui si vive.

Prosegui la lettura per approfondire i temi metodologici del lavoro prosociale.

metodologia nel lavoro prosociale
Nel lavoro prosociale si cresce e si cambia insieme

Il lavoro prosociale

Il consulente socioeducativo è una figura professionale relativamente nuova nel panorama del lavoro sociale. Le sue competenze hanno a fondamento una preparazione in materie umanistiche, nel mio caso una laurea in filosofia, un’ulteriore specializzazione in criminologia e nella tecnica di ascolto: del colloquio motivazionale che permette di migliorare le dinamiche espressive e motivazionali per la realizzazione di progetti d’intervento efficaci.

Per comprendere al meglio il contesto formativo a cui si ispira un consulente socioeducativo ti condivido i seguenti contenuti:

Gli ambiti d’azione in cui questo professionista si muove riguardano la progettazione e messa in atto di relazioni di aiuto efficaci: educative, rieducative e risocializzanti, basate sui seguenti interventi:

  • Lavoro con l’utenza: grazie allo svolgimenti di colloqui di sostegno e mediazione
  • Lavoro per l’utenza: attraverso l’attuazione di progetti socioeducativi condivisi
  • Lavoro per l’istituzione da cui viene chiamato come consulente esterno (perito del giudice, consulente di parte, sostegno familiare, corsi di formazione ecc…)

Questo ultimo punto viene specificato ampiamente nel testo: “Il consulente del lavoro socioeducativo: formazione, supervisione, coordinamento” di Luigi Regoliosi e Giuseppe Scaratti (edito da: Carocci Faber, 2002) da cui traggo la seguente citazione:

“Nell’esperienza descritta il fare ha lasciato spazio ed è stato preceduto da un lavoro di ricerca, di costruzione di significati, di avvicinamenti e conoscenza reciproci per co-costruire un piano d’azione comune attraverso la valorizzazione delle risorse e delle competenze specifiche”

Da qui partiamo per delineare la metodologia più efficace nel lavoro prosociale.

Progettazione


Nella creazione e attuazione di progetti socioeducativi la regolazione delle differenze esistenti è fondamentale in quanto permette di riconoscere le diverse risorse di cui ognuno è portatore per valorizzarle e metterle in atto, non solo sul piano personale ma organizzativo e istituzionale.

Ogni intervento prosociale deve basarsi sui seguenti principi pedagogici messi in atto da tutti coloro che partecipano al progetto da attualizzare siano essi operatori o utenti:

  • Capacità d’ascolto: nulla deve cadere dall’alto e sembrare un’imposizione
  • Rispetto reciproco tra le parti in gioco
  • Comprensione e condivisione degli interventi da attuare

Ogni intervento trova il proprio significato non solo nella condivisione ma nella creazione di reti sociali che possono essere così definite:

“L’idea di rete come pluralità di soggetti che concorrono in maniera integrata a realizzare obiettivi condivisi, all’interno di ambiti e problemi riconosciuti in quanto comuni e reciprocamente coinvolgenti” (testo citato precedentemente)

Chi fa cosa?

Come operatori socioeducativi in ambito prosociale è segno di onestà intellettuale domandarsi: ‘A chi spetta fare cosa?’ rileggendo questa domanda nell’ottica della seguente dinamica comunicativa relazionale:

Confronto – ascolto – interazione

Solo grazie a questa modalità d’ascolto è possibile comprendere ed in seguito attuare gli obiettivi che ogni operatore sociale deve porsi lavorando nei servizi socioeducativi.

Alla base di ogni progettazione di intervento è fondamentale prendersi il tempo necessario per osservare la realtà dei fatti in modo oggettivo. Ogni agito professionale deve essere qualificato, motivato e non improvvisato a causa di un intervento emergenziale.

Gli operatori sociali hanno bisogno di uno spazio ‘proprio’ all’interno del servizio in cui operano dove poter affrontare ed elaborare, grazie al lavoro di equipe, i propri vissuti emozionali e le proprie ansie dovute al rapportarsi costantemente con persone che condividono difficoltà esistenziali di diverso genere e grado.

Lo strumento fondamentale per ogni operatore è la formazione permanente e l’elaborazione di scritti: relazioni, schemi progettuali, stesura di verbali ecc… che permettano di documentare il lavoro svolto per ‘creare una narrazione oggettiva’ del proprio operato. Tale narrazione è lo strumento fondamentale del criminologo nella stesura delle proprie perizie e consulenze.

Si sono dimostrate utilissime la creazione di mappe cognitive condivise tra i diversi operatori partecipanti ai singoli progetti, dove ognuno possa indicare l’apporto fornito alla realizzazione del progetto e dove vengano indicate con chiarezza la modalità e la gestione degli interventi, utilizzando un linguaggio competente e valoriale comune, fondato sulla seguente dinamica metodologica:

Osservazione – ascolto – sostegno

In questo modo è possibile creare uno schema di riferimento obiettivo e coerente secondo l’intento progettuale e il lavoro, pensato ed agito, da ogni singolo operatore dell’equipe professionale del servizio socioeducativo di riferimento.

Il lavoro prosociale non si ferma qui!

In realtà ogni fine ha sempre in sé un nuovo inizio, una continuità fatta di rispetto, empatia e cura, rivolta alle persone che in un momento di fragilità hanno bisogno di essere ascoltate, accolte e sostenute in modo significativo per ritrovare la propria autonomia o ciò che ne rimane.

Prima di salutarti ti lascio il link a questo video dedicato al Mito della caverna di Platone dove, secondo me, la prosocialità trova le proprie radici più preziose.

Se hai trovato utile questo articolo dedicato agli interventi socioeducativi nel mondo della prosocialità ti chiedo di condividerlo e di lasciarmi un tuo commento, ne sarei davvero onorata.

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