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Memorie di Adriano: l’imperatore si racconta

Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar è un libro da leggere con calma, un libro che invita a riflettere su di sé e sulla vita.

Man mano che si procede nella lettura sembra di sentire la voce, a tratti flebile, dell’imperatore Adriano che si racconta, nei giorni della malattia, in attesa della morte.

Ti invito a proseguire con me la lettura, ti garantisco che proverai delle emozioni preziose.

L’imperatore Adriano fu custode delle Arti e della pace nell’Impero Romano

Memorie di Adriano: un viaggio nell’anima

Memorie di Adriano è un libro che mi è particolarmente caro. È consumato dalla lettura, dall’attesa e dai viaggi in autobus per raggiungere l’ospedale, dove era ricoverato nonno Salomon, dopo l’ennesima crisi respiratoria.

Era un Natale triste, il cielo era grigio, pioveva continuamente. Memorie di Adriano è una lunga lettera che l’autrice immagina scritta dall’imperatore al nipote Marco Aurelio suo successore al trono.

In questa lunga lettera chi scrive non è l’imperatore è l’uomo.

“Dire che ho i giorni contati non significa nulla; è stato sempre così; è così per tutti”

Adriano è un uomo anziano, malato che parla della sua vita.

“Chiunque può morire da un momento all’altro, ma chi è malato sa che tra dieci anni non ci sarà più”

I ricordi si affollano nella mente di Adriano. La forza inconsapevole delle giovinezza, i trionfi militari, l’amore per la poesia, la musica e la filosofia.

“La mia patria sono stati i libri”

e poi Antinoo

La passione per Antinoo, un fanciullo, reso immortale dalla morte precoce e misteriosa. Un fanciullo così lo amava chiamare Adriano.

Della sua giovinezza Adriano ricorda i piaceri della caccia, il senso d’ebbrezza delle cavalcate al galoppo, le nuotate a perdifiato, il piacere del cibo raffinato e del vino speziato.

Oggi a sessant’anni, sa che la morte è vicina, tormentato dal digiuno è dall’insonnia a cui la malattia lo costringe.

“Il sonno pareva tanto lontano quanto la salute, la giovinezza, il vigore”

Consapevole che la fine sta arrivando, le uniche consolazioni rimaste sono le arti, tanto amate, quanto il ricordo di Antinoo.

“Il bello in sé è indefinibile!”

E ancora la vita evapora nei ricordi lontani … Adriano ripensa al matrimonio con Vibia Sabina, nipote dell’imperatore Traiano, di cui diventerà successore. Una donna resa invisibile dall’indifferenza.

Adriano ricorda i lunghi viaggi attraverso le tante province che costituivano l’Impero e la promulgazione di molte riforme politiche, economiche e militari. Sotto la sua guida l’Impero Romano ha vissuto in pace.

“Ho compreso che ben pochi realizzano se stessi prima di morire: e ho giudicato con maggior pietà le loro opere interrotte”

Adriano fu protettore delle arti, unico strumento per educare alla felicità, al sentimento della pietas e alla libertà.

Nella sua vita Adriano non ha avuto figli. Lucio, prescelto come figlio adottivo dall’imperatore, muore improvvisamente dopo una breve malattia, lasciando Adriano solo e sgomento, nel dolore della perdita.

 “Non ho figli e non lo rimpiango. Certo nelle ore di stanchezza e di debolezza, quando ci si rinnega, a volte mi son rimproverato di non essermi dato il fastidio di generare un figlio che mi avrebbe continuato”

Memorie di Adriano: il racconto di un grande amore

“La natura ci tradisce, la fortuna muta, un Dio dall’alto guarda ogni cosa”

Antinoo

E la mente, mista al cuore, ritorna continuamente ad Antinoo, unica luce che risplende sulla malattia e sulla vecchiaia di Adriano.

Antinoo muore misteriosamente sulle sponde del Nilo.

“Il fanciullo di Claudiopoli scendeva nella tomba come un faraone, come un Tolomeo. Lo lasciammo solo”

Sulla tomba di Antinoo, Adriano piange amaramente, ancora una volta da solo davanti al dolore della perdita. Il sacrificio compiuto dal suo fanciullo lo scuote profondamente non capendo neppure ora il valore di tale sacrificio.

“Le mie asprezze, i miei attacchi di diffidenza erano pazientemente, gravemente accettati. Sono stato padrone assoluto una sola volta e di un solo essere”

Intanto Antinoo si consumava in questo essere cosa tra le cose.

“Quest’impegno spiegava la sua indolenza, il suo ardore nel piacere, la sua malinconia, la sua indifferenza totale al futuro”

Poca cosa oggi, imbalsamare il suo corpo per immortalarne la bellezza, creare un culto per regalargli l’immortalità, scolpire statue nel marmo, nel freddo marmo che ricordino la sua immagine e fondare Antinopoli, una città in suo onore.

“Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più … cerchiamo di entrare nella morte ad occhi aperti”

Io sono Pig e sono solo un maialino, una vivanda prelibata da servire in un pranzo imperiale.

Mentre la mia mamma leggeva questo libro magico, sussurrando piano le parole, nonno Salomon dormiva nel suo letto d’ospedale e io penso a quanti ricordi misti a sogni si affollassero nella sua mente.

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