La montagna incantata: come vincere la paura di cambiare!
La montagna incantata di Thomas Mann è un romanzo illuminante sulla vita e la paura di cambiare.
I cambiamenti fanno parte della vita e fanno paura. Ti fanno riflettere sulla tua esistenza e ti spingono ad andare oltre la tua zona di sicurezza.
La paura ti paralizza sino a quando non senti più niente. Il protagonista, Hans Castorp, vince la paura di cambiare tuffandosi nella vita!
Seguimi e scopriremo come!

Paura di cambiare? Io sono Pig l’impavido!
Se la paura di cambiare è un tuo punto debole, La montagna incantata (1924) di Thomas Mann (1875-1955) è un romanzo incredibile che ti lascerà letteralmente senza fiato come l’aria rarefatta in alta quota.
Quando ho deciso di leggere La montagna incantata la nonna ridendo, ha liquidato il mio acquisto, scuotendo il testone, dicendo: “Oddio che mattone!”.
Ma quando, arrivato alla fine della lettura, mi ha visto sciogliermi in lacrime inconsolabili non sapeva che dire e stava lì in piedi davanti alla porta, incredula per quel pianto tanto doloroso e quanto profondo.
Ebbene sì … anche i maialini si commuovono!
I cambiamenti mi terrorizzano e ancora non sapevo quanto presto la vita mi avrebbe messo alla prova.
Leggendo La montagna incantata ho pianto tutte le mie lacrime, consapevole, per la prima volta che cambiare fa paura!
Una paura sottile e maligna che ti intrappola, giorno dopo giorno, proprio come intrappolò il protagonista Hans Castorp che immediatamente mi ha conquistato, quando ventenne, si reca in visita al cugino Joachim Ziemssen che si trova ricoverato, a causa della tubercolosi, nel sanatorio Berghof sulle Alpi svizzere.
Qui dopo una leggera influenza si scopre che il nostro Castorp ha anch’egli la tubercolosi e per curarsi rimarrà al Berghof sette anni.
Il sanatorio si presenta come un microcosmo, un’isola tranquilla, dove i pazienti sono sospesi tra la paura di morire e l’esaltazione della vita. Il sanatorio diviene una zona sicura che permette di trascorrere la propria esistenza lontano dai fragori del mondo.
L’atmosfera rarefatta e ovattata, nasconde brevi passioni febbrili, mai capaci di scuotere veramente i protagonisti che si trascinano in un’esistenza vuota, resa immobile dalla malattia. Spesso l’anima annichilita dalla paura e dalla sofferenza porta i personaggi a commettere gesti estremi che spezzano l’apparente pace del sanatorio.
Hans Castorp entra in sanatorio ventenne e ne esce sette anni dopo. Non è più un giovane ragazzo, ma è diventato uomo, pronto a tuffarsi in questa grandiosa avventura che è la vita. Come prima cosa, decide di arruolarsi volontario nell’esercito per combattere nella ‘grande guerra’ ormai iniziata da tempo.
La montagna incantata, segna la fine di un’epoca
La montagna incantata porta il suo lettore a riflettere sul punto di non ritorno, a riflettere su di sé, sulla propria esistenza.
Ogni parola, ogni avvenimento descritto minuziosamente da Thomas Mann prelude ad avvenimenti che cambieranno l’esistenza del mondo e come tutti i grandi momenti storici segnano l’impossibilità di tornare indietro.
Hans Castorp, descritto come un soggetto neutro, a tratti banale, non particolarmente bello, né intelligente, rappresenta ognuno di noi davanti ai grandi cambiamenti, siano essi epocali o personali.
Thomas Mann nel descrivere il momento cruciale del cambiamento, dà vita ad un nuovo Hans Castorp che non ha più paura di cambiare e diventa consapevole di non poter più vivere stando fermo, protetto dalla malattia in un luogo appartato anche se incantato.
Capisce che è arrivato il momento di buttarsi nella mischia ed è allora che le lacrime scendono copiose e lo lasci andare poiché, come tutti sappiamo per esperienza, bisogna perdersi per ritrovarsi.
“Castorp insinuò la testa fra dieci altre che empivano il vano del finestrino … Al di sopra di esse salutò con la mano …
Dove siamo? Che è questo? Dove ci ha sbalestrati il sogno?
Penombra, pioggia e fango, rossi bagliori d’incendio nel cielo bigio, che rimbomba senza posa di tuoni e boati, empiendo l’aria umida, lacerata da sibilanti ronzii, dall’arrivo dei furiosi latrati da cane infernale, che terminano il loro percorso fra schegge, spruzzi, schianti e fiammate, da gemiti e gridi, da squilli d’una tromba che sta per scoppiare, da rulli d’un tamburo che spinge, spinge alla fretta …
Ecco un bosco dal quale si riversano frotte grigie che corrono, cadono, saltano …
È la pianura, è la guerra …
Ed ecco il nostro conoscente, ecco Hans Castorp! …
È tutto bagnato e arde, come tutti. Corre coi piedi appesantiti dalle zolle, bilanciando il fucile nella mano abbassata … Canta persino! …
Cade …. Oh vergogna della nostra sicurezza nell’ombra! Questo non lo voglio narrare!
È stato colpito il nostro conoscente?
Un istante ha creduto di esserlo una grossa zolla l’ha preso allo stinco, gli ha fatto male, sì, ma è roba da ridere.
Egli si alza, prosegue barcollando, zoppiconi, coi piedi pesanti di terra, cantando incosciente …. E così nel trambusto, nella pioggia, nel crepuscolo, lo perdiamo di vista.
Addio Hans Castorp, schietto pupillo della vita! …
Addio, … Sia che tu sopravviva o muoia! …
Ci sono stati momenti in cui nei sogni che governavi sorse per te, dalla morte e dalla lussuria del corpo, un sogno d’amore.
Chi sa se anche da questa mondiale sagra della morte, anche dalla febbre maligna che incendia tutt’intorno il cielo piovoso di questa sera, sorgerà un giorno l’amore?”
Ancora una volta, leggo piangendo queste parole e tra le lacrime lascio andare Castorp e lascio andare me stesso sperando che tutto vada per il meglio!
Se ti è piaciuta questa mia interpretazione de La montagna incantata ti chiedo di condividerla e se non ti sei ancora stancato di me seguimi sul mio canale YouTube.
Incredibilmente stupendo sei bravissimo Pig
Yessssssssss avevi dubbi? Io sono stupendo!