Sicurezza sociale: sentirsi al sicuro, essere al sicuro
La sicurezza sociale e conseguentemente la sicurezza personale sono elementi fondamentali per comprendere il livello di civilizzazione di una nazione.
Sentirsi al sicuro però è cosa ben diversa dall’esserlo realmente.
Ognuno di noi si crea una propria zona di sicurezza in cui si sente protetto, tranquillo, al sicuro anche se questo alle volte non corrisponde alla realtà dei fatti.
In contrapposizione, a causa delle nostre paure diventiamo diffidenti, percependo delle zone come insicure e ci muoviamo in esse in modo guardingo e timoroso.
Se vuoi saperne di più continua la lettura di questo articolo, sono certa che troverai degli interessanti spunti di riflessione.

Sicurezza sociale: uno dei bisogni fondamentali nell’uomo
La sicurezza sociale è tra gli argomenti più caldi trattati dalla criminologia e dall’opinione pubblica non sempre libera da pregiudizi e condizionamenti imposti dai mass media.
La sensazione più diffusa trasmessa da molti programmi di attualità è quella che le persone non si sentono più al sicuro da nessuna parte.
Nelle proprie case, in strada, nel proprio quartiere, nelle piccole quanto nelle grandi città, il Paese stesso sembra ostaggio di un malaffare dilagante quanto impossibile da sradicare.
Quotidianamente partono nuove inchieste sulla corruzione della politica, dell’economia, sullo sfruttamento delle nuove povertà ma non si arriva mai a delle conclusioni definitive dove il colpevole paghi per ciò che ha commesso.
Ogni giorno siamo chiamati ad affrontare nuove emergenze sociali:
Sicurezza sociale e sicurezza personale: 2 facce della stessa medaglia
Ammettiamolo: non sentirsi al sicuro in casa propria significa non sentirsi sicuri in nessun luogo.
Nella propria casa ognuno di noi custodisce i propri ricordi, i propri averi, le cose che magari non hanno un grande valore economico ma che rappresentano la nostra storia.
Nella tua casa trovano protezione le persone e le cose che ami di più.
La casa è il luogo della tua intimità, il luogo in cui non hai paura di mettere a nudo il tuo corpo così come la tua anima.
Immagino il dolore che proverei se fosse violato il mio domicilio e mi fosse sottratto o danneggiato il mio Pig un maialino di stoffa che mi fu regalato da mia mamma in un momento particolarmente difficile della mia vita
Essere aggrediti, truffati, raggirati, nei luoghi in cui ci si sente al sicuro, magari per pochi soldi e peggio, essere picchiati, violentati, violati.
Cosa avviene quando la paura domina il nostro comportamento quotidiano
Sono convinta che solo chi ha subito degli atti violenti può sapere veramente la paura che si prova in quei momenti.
Il terrore di essere in balia di persone senza scrupoli e senza nulla da perdere, in particolare se si è anziani o persone che presentano una fragilità.
La cosa che più mi colpisce di più e che mi fa più male, è il senso di impotenza che segue questi avvenimenti, grandi o piccoli che siano.
Il fatto che le stesse forze dell’ordine raccolgano le denunce con totale rassegnazione e questo l’ho potuto vedere io stessa accompagnando una mia amica in questura dopo aver subito un furto in casa.
Per non parlare poi della frustrazione e della rabbia che si deve provare per aver riportato traumi fisici ed emotivi, sapendo benissimo che nella stragrande maggioranza dei casi i colpevoli non saranno assicurati alla giustizia.
Sicurezza sociale e pericolosità sociale
Parlare di sicurezza sociale significa inevitabilmente fare i conti con l’emotività delle persone: paura, rabbia, sgomento.
In un clima emotivo dominato dall’insicurezza sociale molti invitano ad armarsi per difendersi e la vedo proprio una follia pericolosa.
Parlare alla pancia delle persone non significa consigliare velatamente o chiaramente di farsi giustizia da soli.
Diversamente significa ritrovare quei valori di coesione sociale dove l’uno si fa carico dell’altro, supportandosi reciprocamente, condividendo le gioie ma anche le difficoltà dell’esistenza quotidiana.
La sicurezza sociale nasce dalla comprensione di ciò che ti fa paura.
Le Istituzioni hanno il dovere di far rispettare le leggi ma più ancora di trasmettere le norme di convivenza civile e insegnarle attraverso tutti i canali possibili:
- Scuola
- Luoghi educativi e socializzanti
- Mezzi di comunicazione di massa
La risposta non può che essere prosociale
Sono tempi in cui le emergenze sociali si sono fatte feroci. La politica, la magistratura, le forze dell’ordine, la scuola, la collettività. Tutti ci dobbiamo impegnare personalmente prima che la situazione ci sfugga definitivamente di mano.
In particolare come insegnante, mi occupo dell’educazione dei minori e trovo indispensabile aiutare i genitori in questo compito entusiasmante quanto gravoso.
Se perdiamo definitivamente il senso dello Stato e la conseguente responsabilità civile, le cose non potranno che peggiorare e questo sentimento di insicurezza sociale si trasformerà in una guerra di tutti contro tutti.
Se hai trovato utili queste mie riflessioni sulla sicurezza sociale ti chiedo di condividerle e di contattarmi per qualsiasi tua necessità. Inoltre puoi seguirmi sul mio canale YouTube.
Un commento